Un docu-film e una serie tv su Raffaele Cutolo

12 Agosto 2021 | Di Ignazio Senatore
Un docu-film e una serie tv su Raffaele Cutolo
Senatore giornalista
0

 

Ancora boss. Sono stati annunciati ieri due progetti, un docu-film e una serie Tv, sulla vita di Raffaele Cutolo, capo della Nuova Camorra Organizzata, morto a il 17 febbraio nel carcere di Parma condannato a quattro ergastoli per la sua attività criminale. La news viene da Andrea Iervolino & Lady Bacardi Entertainment, che si chiama così dal nome della maggiore azionista, Monika Del Campo Bacardi,pluripremiata produttrice e filantropa italiana che ha sposato il discendente della celeberrima etichetta di liquori. A cedere i diritti per la realizzazione dei due progetti è Elide Melli, che ha creato Elisir 27, nuova società di produzione cinematografica e audiovisiva, che detiene la piena titolarità dei diritti ceduti dalla famiglia Cutolo. Allo stato non si sa chi possa essere l’eventuale regista, né si conoscono i componenti del cast, né tantomeno quando e dove inizieranno le riprese. Non è stato ancora rivelato se gli script si concentreranno sulle iniziali attività criminali del boss di Ottaviano o se come nei più classici legal-movie, verranno narrati i processi o si concentreranno sui giorni della sua detenzione. Certamente di un personaggio sfaccettato come Cutolo si potrebbe narrare tanto. Basti pensare ai rapporti che aveva con la Banda della Magliana, al suo ruolo nel sequestro Cirillo e, come indicò nella sua inchiesta il giudice Carlo Alemi, i suoi legami con gli allora ministri e onorevoli democristiani Enzo Scotti, Flaminio Piccoli, Antonio Gava e Francesco Patriarca o sul suo ruolo nell’omicidio del banchiere Roberto Calvi, ex presidente del Banco Ambrosiano, in stretto rapporto con lo Ior, la Banca Vaticana, diretta allora dal discusso cardinal Paul Marcinkus.

Questi dubbi saranno svelati sicuramente nei prossimi comunicati, ma quello che colpisce è  come il cinema ormai si nutra sempre più di personaggi dal passato oscuro, legati a filo doppio con il crimine (Gomorra docet) e come personaggi, dalla coscienza più nera della pece, attirino addirittura le produzioni dal respiro internazionale come la Bacardi Entertainment.

Sanno bene registi, sceneggiatori e produttori che il “cattivo” in un film funziona più di un personaggio buono o incolore ma, senza cadere in falsi moralismi, c’è anche da chiedersi se dietro la scelta di queste produzioni non ci sia anche il pericolo di trasformare dei criminali in eroi da idolatrare e imitare. E’ noto, infatti, che la “paranza dei bambini” conosceva a memoria tutte le battute che il boss, interpretato da Ben Gazzarra, pronunciava nel film “Il camorrista”, che segnò nel 1986 il debutto alla regia di Giuseppe Tormatore. Discorso diverso per il toccante cortometraggio “Denise al di là del vetro” di Gianfranco Gallo (2018), che narra il disagio e il dolore della figlia del camorrista, allora minore, che per una legge dello Stato, quando sarebbe divenuta maggiorenne, non avrebbe potuto più abbracciare il padre, ma vederlo solo da dietro uno specchio. Ma al di là delle leggende che riguardano Cutolo, più che il libro-inchiesta su di lui del giornalista Joe Marrazzo, c’è da ricordare che il personaggio della canzone “Don Rafaè” di De Andrè, scritta con Massimo Bubola, non è come tutti credono erroneamente Raffaele Cutolo.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno . 12-8-2021

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi