Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis – Grecia – 2004

19 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Un tocco di zenzero di Tassos Boulmetis – Grecia – 2004
Recensioni Film di Ignazio Senatore
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“A volte bisogna saper usare le spezie sbagliate per ottenere l’effetto desiderato. Il cumino è una spezie forte. Ti aggredisce. Induce le persone a chiudersi. Lo zenzero è delicato e spinge a guardarsi negli occhi.” Chi parla è l’anziano nonno (Tassos Bandis) gestore di una piccola drogheria di Istanbul, esteta del gusto e del palato ed appassionato di g-astronomia. “La parola ‘gastronomo’ contiene in sé quella di astronomo. Il pepe è come il Sole, la cannella come Venere, il sale come la Terra.”

Intorno alla sua figura ruotano Fanis (George Corraface) suo nipotino prediletto (a cui insegnerà tutti i trucchi del mestiere) ed il suo simpatico e numeroso nucleo familiare. Sullo sfondo, i millenari conflitti tra il popolo greco e quello turco, la rivolta di Makarios a Cipro, l’ascesa dei colonnelli greci ed il tenero amore sbocciato tra il piccolo Fanis ed una dolce coetanea. La pellicola è girata con gusto ed è attraversata da un sottile velo di nostalgia, in ragione della deportazione forzata che dovettero subire, nel 1964, i cittadini di origine greca, allora residenti in Turchia.

“Nella vita esistono due tipi di viaggiatori; quelli che guardano le carte nautiche e quelli che invece gli specchi. Chi guarda le carte nautiche è in partenza; quelli che guardano lo specchio stanno tornando a casa”.

“Un tocco di zenzero” è un film sinestesico, da assaporare non solo con la vista e con l’olfatto ma con tutti gli altri sensi. Tenero e delicato, per la sua poetica attenzione alla ricerca estetica della cucina e dei sapori rimanda, per certi aspetti, a quelle rarefatte atmosfere che attraversarono “Come l’acqua per il cioccolato”, film messicano diretto nel 1992 da Alfonso Arau . Il regista greco, in questa sua opera prima, sfoggia una gran maestria di stile (le carrellate all’indietro che sfiorano i tetti di Istanbul e delle altre città del Bosforo, in stile “Moulin rouge”) ed un buon taglio di inquadrature. La pellicola è stata candidata alla nomination agli Oscar 2005 come miglior film greco. Il titolo originale è “Politiki Kouzina” termine che assume, a seconda di dove è posto l’accento sulla prima parola, il doppio significato di “cucina politica” o “cucina della polis”.

 

L’Articolo- Redazione napoletana del “L’Unità” – 10-04-2005

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