Brucia, ragazzo, brucia di Ferdinando Di Leo – Italia 1968 – Durata 91’

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Brucia, ragazzo, brucia  di Ferdinando Di Leo – Italia 1968 – Durata 91’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Clara (Francoise Prevost) non riesce più a tollerare il distacco e la freddezza di suo marito Silvio (Michel Bardinet) un uomo perennemente immerso nel lavoro che la raggiunge in vacanza solo per il fine settimana. Al mare Clara conosce Giancarlo (Giovanni Macchia) un aitante bagnino e, divenuta sua amante, scopre di essere una donna ancora viva e desiderabile. Nella speranza di scuotere il marito, dopo avergli confessato di averlo tradito, gli svela, con un pizzico di candore,  di aver finalmente raggiunto l’orgasmo e scoperto una sessualità più appagante. Sandro è deluso e, ferito nel proprio orgoglio virile, dopo averle mostrato tutto il proprio disprezzo ed averla offesa pesantemente, la colpevolizza e le comunica, infine, che ha deciso di separarsi. Disperata, Clara ingerisce una dose massiccia di sonniferi; Silvio rientra a casa, la trova svenuta ed, invece di chiamare i soccorsi, la lascia morire. Film oggi appare datato ma quando uscì nelle sale il film riscosse, inaspettatamente, un discreto successo al botteghino perché attraversato da una vaga vena ribellistica e libertaria. Di Leo propone il più classico dei triangoli; una borghese sola, triste ed annoiata,  un marito,freddo e distante ed un giovane in odore hippy. A ben vedere, più che una donna libertaria e disinibita alla ricerca di una relazione extraconiugale, Clara appare come una donna profondamente in crisi che riprende a pulsare ed a sentirsi nuovamente viva solo grazie all’incontro con Giancarlo  I venti del Sessantotto sembrano ancora lontani ma il regista condisce il film con un po’ di sesso (castigato) ed un pizzico di moralismo di maniera, come dimostrano le scritte che Giancarlo ha nel suo capanno: “Dare a Cesare quel che è di Cesare: trentatre coltellate!”, “Le droghe ci annoiano con i loro paradisi. Noi non viviamo in un secolo da paradisi”, “Una società fondata sul lavoro non sogna che il riposo”. Da non perdere la scena iniziale del film con Clara in preda ad un sogno/incubo: è nella sua stanza da letto e suo marito la costringe a far l’amore con il suo direttore. Fugge, ma s’imbatte nel corridoio in una donna che le fa delle avance e lei si ritrae spaventata.

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