“Così parlò De Crescenzo”: ecco il doc sull’ingegnere

10 Ottobre 2017 | Di Ignazio Senatore
“Così parlò De Crescenzo”: ecco il doc sull’ingegnere
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Sarà nelle sale il 26 ottobre, il documentario  dal titolo “Così parlò De Crescenzo”, diretto dell’esordiente Antonio Napoli. Nel doc sfilano Renzo Arbore, Isabella Rossellini, Lina Wertmüller, Marisa Laurito, Renato Scarpa, gli irresistibili Benedetto Casillo e Marina Confalone.

“Luciano vive a Roma ma lo incontravo spesso, ricorda l’attore, in “Vini ed oli” di Margellina, gestita da Donna Dolores, una donna che ti accoglieva con aneddoti, battute ed anche qualche frase un po’ colorita. Era un luogo meta dei calciatori del Napoli, di Vinicio, di artisti, di muratori e di operai. Luciano l’ho sempre visto come il “professore”, il “sapiente”, anche se, a dire il vero, era un po’ come me, pigro, indolente, un vero napoletano che apprezzava le cose della vita per quelle che sono e con la massima semplicità”. Sul set, prosegue Casillo, c’era sempre un’atmosfera serena. Luciano era legato alla sceneggiatura, ma ci ha sempre dato grande spazio e la sera prima di girare la scena parlava a lungo con gli attori. Qualcuno della produzione aveva espresso qualche dubbio sul cast di “Così parlò Bellavista”, ma lui difese fino in fondo le sue scelte che affondavano le radici nella grande tradizione del teatro napoletano e volle che nel film recitassero, tra gli altri, da Nuccia Fumo, Isa Danieli, Sergio Solli, Lucio Allocca e Renato Rutigliano.

In questo omaggio al pungente ed ironico scrittore napoletano, ex’ingegnere dell’IBM, divenuto poi divulgatore di successo della filosofia greca, regista dei cult “Così parò Bellavista”, “Il mistero di Bellavista” e “32 dicembre” e co- sceneggiatore de “Il Pap’occhio” e di “F.F.S:S  cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”, non poteva mancare il contributo di Marina Confalone: “Per me, con quegli occhi azzurri, dichiara l’attrice, è sempre stato un angioletto. Gli sono riconoscente per la popolarità che mi ha dato e non tutti sanno che in “Così parlò Bellavista” la produzione voleva tagliare la scena del mio monologo con la lavatrice perché, per loro, era recitata in un napoletano troppo dialettale. Luciano fu fermo e la difese fino in fondo. Lui amava le improvvisazioni sul set e ti faceva sentire protetta. Ed è importante per chi recita, sapere che, oltre la macchina da presa, c’è lo sguardo di ammirazione del regista. Luciano è affettuosissimo e mi ha regalato tutti i suoi libri con delle dediche speciali, ma era ostinato e con lui discutevamo spesso, con il sorriso sulle labbra, difendendo ognuno le proprie posizioni. Lui ha sempre tifato il Napoli, ma quando il Milan giocava in coppa, voleva che vincesse. Ci accapigliammo, simpaticamente, per colpa di Silvio Berlusconi, allora presidente dei rossoneri, perché non condividevo le sue idee politiche. Luciano, conclude l’attrice,  accettava serenamente le critiche e quando gli dissi che il suo ultimo film “Croce e delizia”, che girò a Parigi e nel quale interpretavo Rosa, non mi convinceva, <riconobbe poi che avevo ragione.” Il documentario è stato prodotto da Antonio Giugliano per la Bunker Hill.

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 10 ottobre 2017  

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