Edmond Burke (William H. Macy), anonimo impiegato maschilista, omofobo e razzista, si rivolge a un’indovina che gli rivela che sta vivendo una vita che non gli appartiene.
Scosso da questa rivelazione, Edmond abbandona la moglie (Rebecca Pidgeon) e si tuffa nella notte alla ricerca di avventure piccanti.
Ingenuo e sprovveduto, ma con in tasca un affilato coltello, gira per la città alla scoperta del proprio lato oscuro. S’imbuca in un paio di locali a luci rosse, e poi in un peep-show, alla ricerca di prostitute, ma, per una serie di circostanze, va sempre in bianco.
Mentre gironzola tra i bar conosce Glenna (Julia Stiles), una cameriera dolce e sorridente con la quale ha una bollente notte d’amore. Edmond prova ad aprire alla donna il proprio cuore ma inizia a farneticare e ad andare su di giri; Glenna si spaventa, lui, perde il controllo e l’uccide.
In strada un paio di bari lo pestano a sangue e lo derubano dei soldi e delle carte di credito e, successivamente, è assalito da un teppista nero che vuole rapinarlo sul quale ha la meglio.
Acciuffato, Edmond deve dividere in carcere la cella con un nero, grosso come una montagna; innamoratosi di lui, prende contatto con la propria omosessualità.
Non siamo dalle parti di Un giorno di ordinaria follia, ma come nel film di Schumacher, assistiamo alla lenta e inesorabile escalation di un uomo qualunque che si muove in una città popolata da prostitute, addestrate a spillare soldi ai loro clienti, da protettori e bari senza scrupoli e da teppisti violenti.
Seppure si macchi di un delitto e pesti a sangue uno sprovveduto teppista, Edmond non veste mai i panni del cattivo e rimane, fino all’epilogo del film, una persona incapace di difendersi dalle minacce che provengono dal mondo esterno.
Nel suo cuore cova però uno spirito rabbioso e vendicativo e la feccia della società finisce per diventare la proiezione della sua parte cattiva. Stuart Gordon preferisce un’ambientazione prevalentemente oscura e notturna e chiude la vicenda con un finale meno tragico e pessimista che sorprende e spiazza completamente lo spettatore; prima di andare a dormire Edmond dà il bacio della buonanotte all’amato compagno di cella.
Tratto da un testo teatrale di David Mamet
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