Hooligans di Philip Davis – G.B – 1995 – Durata 107’

13 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore

Londra,1995. Il tenente John Brandon (Reece Dinsdale), il sergente Trevor (Richard Graham), Eddie (Perry Fenwick) e Charlie (Philip Glenister), poliziotti di Scotland Yard, hanno l’ordine di infiltrarsi tra “i dogs”, gli hooligans dello Shadwell Town F.C, squadra di calcio che gioca in uno stadio soprannominato “il canile” e di incastrare i loro capi.

Completamente a digiuno di calcio, i quattro poliziotti, sono costretti ad imparare in fretta tutto quanto riguarda lo Shadwell Town. Facendosi passare per imbianchini,  John e Trevor frequentano il Rock, il pub tana degli hooligan, di proprietà di Bob (Warren Clarke) ed entrano in contatto con le altre “teste calde” del tifo; Martin (Sean Pertwee), Nik (Charles Death) e Gumbo (Lee Ross).

Frequentando quell’ambiente John finisce, inevitabilmente, per assorbire il loro modo di pensare e si trasforma, giorno dopo giorno, in un perfetto hooligan, violento ed aggressivo che non vede l’ora di scontrarsi con gli altri tifosi delle squadre avversarie.

In crisi con la moglie Marie (Claire Skinner), che non tollera più il suo linguaggio sboccato ed il suo modo di comportarsi astioso e litigioso, intreccia una relazione con Lynda (Saskia Reeves), la figlia di Bob. Ma la situazione precipita sempre più.. Riuscirà John a trovare un appiglio a cui aggrapparsi?

 In questo film Philip Davis, più che analizzarlo da un punto di vista sociologico o antropologico, il fenomeno degli hooligans, mette in scena la lenta ed inesorabile trasformazione del protagonista, un ambizioso poliziotto che sogna di diventare ispettore ma che, a furia di stare gomito a gomito con i tifosi più scalmanati, si trasforma in un feroce e spietato picchiatore.

Novello Mr Hyde, John, passando dall’altra parte della barricata, scopre aspetti di sé fino ad allora tenuti a bada e che, a contatto con l’ordinaria violenza degli hooligans, finiscono, inevitabilmente, per venir fuori.

Il regista, scolasticamente, contrappone allo scatenato John, il più pacato e timoroso Trevor che, invano, assieme agli altri due poliziotti impegnati nella missione, provano a riportare John alla realtà.

Nel film non compare alcuna scena di calcio giocato e Philip Davis mostra sia gli hooligans inferociti che si picchiano per strada e sugli spalti che la polizia inglese, che, in barba ad ogni regolamento, pesta gli scalmanati tifosi.

Il finale, fin troppo tirato per i capelli (John, con la testa rasata, aderisce ad un gruppo filo-nazista) non imprime un’accelerazione ad un film che, nel complesso, merita però il prezzo del biglietto.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

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