Il ladro di orchidee (Adaptation) di Spike Jonze – USA – 2002- Durata 114’

22 Agosto 2020 | Di Ignazio Senatore

Susan Orlean (Meryl Streep), giornalista del New Yorker, affascinata dalla storia di John Laroche (Chris Cooper) un botanico cialtrone e logorroico, condannato per aver rubato delle rare orchidee dalla riserva statale in Florida, da alle stampe il romanzo Il ladro di orchidee. Storia vera di un’ossessione. A Charlie Kaufman (Nicolas Cage) sceneggiatore emergente è affidato il compito di trasformare il volume in uno script cinematografico. Dopo averlo letto va in crisi e diventa, giorno dopo giorno, sempre  più nervoso e sfiduciato.  Donald, suo fratello gemello, sceneggiatore in erba, sta frequentando un corso di scrittura diretto da Robert McKee (Brian Cox) ed ogni tanto, chiede a Charlie dei consigli su come procedere nella stesura del copione. Charlie, emotivamente bloccato, è incapace di dichiarare il proprio amore alla dolcissima Amelia (Cara Seymour) e, si convince sempre più che per uscire dall’impasse deve intervistare Susan Orlean.

La sua timidezza lo blocca ed allora Donald si sostituisce a lui e fa quattro chiacchiere con la giornalista. Ma qualcosa non quadra nel racconto della donna e Donald convince Charlie ad indagare più a fondo e di andare a fare un salto nella dimora di Laroche dove scoprono una sconcertante verità. Il finale è dolorosamente tragico.

La pellicola, intensa, ben calibrata, ricca di accelerazioni e di svolte improvvise, è un piccolo gioiello narrativo e mette in scena più storie; da un lato Susan che sta scrivendo un romanzo sulla vita di Loroche e dall’altro Charlie che deve adattare il volume per il cinema. Come in un’inestricabile ragnatela, le diverse vicende s’intrecciano tra loro ed il regista, dopo aver mostrato Charlie come una persona timida, complessata ed impacciata, fa entrare in campo  Donald, il suo fratello gemello che all’opposto è esuberante e sfrontato e (non a caso) ha appena sfondato ad Hollywood con uno script su un personaggio affetto da una doppia personalità. In questo continuo gioco di rimandi e di specchi, il legame tra i due fratelli, inizialmente, sullo sfondo, diventa sempre più saldo, tenero ed appassionato ma si spezza sul finale con la tragica morte di Donald. Il ritmo sembra procedere lento e la stasi creativa di Charlie, sempre più in preda alle sue nevrosi ed ai suoi esasperati tentennamenti, avviluppano lo spettatore in un’atmosfera malsana che sembra non avere via d’uscita. Con intelligenza e maestria, Jonze spezza quel clima cupo e mortifero con le irriverenti gesta di Laroche, un piccolo e simpatico malfattore che rubava le orchidee per ricavarne una potente e sconosciuta sostanza stupefacente ed era diventato l’amante segreto di Susan, annoiata ed inquieta scrittrice borghese. Il titolo in originale rimanda all’adattamento cinematografico di un romanzo ma più che l’ennesima storia sul blocco creativo dello scrittore  il film è un viaggio alla scoperta delle inaspettate sorprese della vita,  una lucida e sofferta metacomunicazione sul cinema. Orso d’argento al 53 Festival di Berlino 2003. Un premio Oscar 2003.  Dal romanzo di Susan Orlean.

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