Il mostro di Londra (The two faces of Dr. Jekyll) di Terence Fisher – GB – 1960 – Durata 88’

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Il mostro di Londra (The two faces of Dr. Jekyll) di Terence Fisher – GB – 1960 – Durata 88’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il dottor Jekyll (Paul Massie) è deciso a scoprire la vera natura dell’uomo ed è così immerso nei suoi esperimenti che trascura Kitty (Dawn Addams) la sua giovane moglie. Nel suo piccolo laboratorio, Jekyll assume un farmaco che lo trasforma in Edward Hyde, una creatura più giovane ed attraente ma irosa e violenta che mette in atto dei sanguinari omicidi. Quando è nei panni di Hyde, il dottor Jekyll scopre che Kitty si consola tra le braccia di Paul (Christopher Lee), uccide il rivale e provoca il suicido della moglie. Hyde ha ormai preso il sopravvento sul dottor Jekyll e vorrebbe far ricadere la colpa su di lui ma è smascherato e condotto in manicomio.

Fisher sbaglia film e riduce lo straordinario romanzo di Robert L. Stevenson ad una vicenda banale e priva di fascino. La pellicola parte alla grande e, nelle prime battute del film, il dottor Jekyll illustra al collega  Ernest (David Kossoff) gli obiettivi della sua ricerca: “I miei esperimenti tendono a liberare la personalità intima di un uomo. L’uomo ha sempre saputo che la sua personalità è un’imperfetta mescolanza di elementi contrastanti fra di loro. Il Bene ed il Male on sono che distinzioni retoriche. L’uomo così com’è comprende due individui; il primo è come dovrebbe essere, vale a dire perfetto  e quindi al di sopra del Bene e del  Male e l’altro individuo, il Superuomo, è l’uomo come sarebbe se fosse libero dalle restrizioni che la società gli impone, arbitro di ogni sua azione. A me non interessano i principi morali. A me interessa solo sfruttare tutta la potenzialità della persona umana”. Nel corso del film Fisher muta registro ed invece di dar voce al travaglio interiore del dottor Jekyll lo descrive come un personaggio incolore, completamente immerso nei suoi studi scientifici a cui si contrappone il gaudente e sbruffone Hyde. Per permettere allo spettatore di distinguere il mite e passivo Jekyll dal collerico ed impulsivo Hyde (interpretato dallo stesso Massie) il regista dona al primo la barba. Da segnalare una breve apparizione di Oliver Redd nei panni di un buttafuori di un locale.

 

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