Il nascondiglio di Pupi Avati – Italia – 2007 – Durata 98′

16 Gennaio 2022 | Di Ignazio Senatore

Una giovane donna (Laura Morante), dimessa da una clinica psichiatrica, dove è stata internata per quindici anni, ritorna a Davenport e, con l’idea di trasformarlo in un ristorante italiano, prende in affitto il piano terra dello Snakes Hall, un’enorme villa sulla collina, un tempo adibito ad un pensionato gestito dalle suore. Il prezzo è vantaggioso e lei non dà peso al fatto che sullo Snakes Hall gravi una sinistra fama. Molti anni addietro, infatti,  il 22 dicembre del 1957, in quel pensionato vennero uccise la madre superiora e scomparvero nel nulla Liuba ed Egle, due novizie minorenni. Durante il processo, istituito allora in fretta dalle autorità locali, fu messo tutto a tacere e non fu mai trovato il colpevole. Travolta dall’entusiasmo e dalla voglia di lanciarsi nella nuova impresa, la donna inizia a ripulire le stanze ma dalle pareti si odono le voci femminili di Liuba e di Egle che le chiedono aiuto. Inizialmente lei è spinta a credere di essere nuovamente vittima delle proprie allucinazioni uditive e si rivolge a padre Amy (Treat Williams), che le suggerisce di abbandonare immediatamente Snakes Hall e di smettere di indagare. Spinta a comprendere perché mai intorno a quel tragico evento gli abitanti del luogo abbiano alzato una cortina di silenzio così fitta, grazie all’aiuto di Ella (Yvonne Sciò), un avvocatessa testarda e temeraria, riesce dipanare l’ingarbugliata matassa e a scoprire chi, al tempo, si era macchiato di quegli orrendi delitti.

Dopo le sue incursioni nel giallo-horror degli Anni Settanta (La casa delle finestre che ridono)  Ottanta (Zeder) e Novanta (L’arcano incantatore) Avati affronta con poca originalità un tema giù abusato dal cinema (una donna con delle problematiche psichiatriche alle spalle che sente delle misteriose presenze ed è ritenuta pazza dalle persone che la circondano) e s’affida a dei piccoli espedienti cari al genere (le vocine infantili di Liuba e di Egle che rimbombano tra le mura) per attirare l’attenzione dello spettatore. Per rendere più torbida la vicenda il regista accenna al suicidio del marito della donna, impiccatosi, dopo essere stato ingiustamente accusato di molestie sessuali.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni.

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