Il presagio (The omen) di Richard Donner G.B – 1976 – Durata 110’ – V.M 14

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Il presagio (The omen) di Richard Donner  G.B – 1976 – Durata 110’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Kathie (Lee Remick) da alla luce un bambino morto e suo marito Robert Thorn (Gregory Peck) un diplomatico americano, per non infliggerle un dolore, riconosce come proprio Damien, un maschietto nato in quel giorno da una donna morta di parto. Nominato ambasciatore, Thorn si trasferisce con la sua famiglia da Roma a Londra dove trascorre anni felici. Nel corso del ricevimento per il sesto compleanno del piccolo Damien (Harvey Stephens) la governante, colta da un raptus improvviso, s’impicca ed al suo posto è assunta la signora Baylock (Billie Whitelaw) una donna dallo sguardo gelido e sinistro. I Thorn sono invitati ad un matrimonio ma quando sono nei pressi della cattedrale il piccolo si agita, strepita, strabuzza gli occhi  ed aggredisce la madre, sotto lo sguardo allibito degli invitati. Successivamente, Damien è con la madre in uno zoo safari ma quando si avvicina agli animali, le giraffe scappano spaventate ed i babbuini, innervositi, assaltano la loro auto. Jennings (David Warner) un fotografo intraprendente s’insospettisce ed indaga su quelli strani fenomeni. Un prete, intanto, cerca con tutti i mezzi di convincere Thorn che il bambino è il figlio del diavolo e gli predice che Damien farà di tutto perché Kathie, nuovamente incinta, perda il bambino. Katie, sempre più convinta della malvagità di Damien, si rivolge ad uno psichiatra che la giudica folle. Thorn decide di andare fino in fondo alla faccenda, vola in Italia dove gli confermano che Damien è l’Anticristo. La scia di sangue si allunga sempre più e dopo le morti di Jennings e di Kathie, Thorn decide di uccidere il bambino ma è ammazzato prima di compiere il delitto.

Il regista sceglie una narrazione che non si discosta molto dagli altri film sul tema delle possessioni demoniache e mette in scena il classico bambino dallo sguardo luciferino che ogni qual volta compare sullo schermo trasmette angoscia, inquietudine e turbamento. Il film procede senza scatti e l’unico passaggio veramente raggelante è quando Thorn realizza che Damien non ha mai avuto le comuni malattie dei bambini e non è mai stato colpito da un piccolo malanno. Melanconica e struggente la figura di Kathie, una madre affettuosa che, per tutto il film, cerca di scacciare dalla propria mente  la convinzione che il figlio non sia un bambino normale e che, prova, inutilmente, a convincere lo psichiatra che consulta di non essere pazza.

Dal romanzo omonimo di David Seltzer. Oscar a Jerry Goldsmith per la colonna sonora. La pellicola ebbe tre sequel:: La maledizione di Damien di Don Taylor (1978)  Conflitto finale di Graham Baker (1981e Omen IV Presagio finale di Jorge Montesi e Dominique Othenin- Girare (1991) Omen il Presagio di John Moore (2006).

 

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