La luce negli occhi di Andrea Porporati – Italia – 2001 – Durata 90’ – V.M 14

2 Gennaio 2021 | Di Ignazio Senatore
La luce negli occhi di Andrea Porporati – Italia – 2001 – Durata 90’ – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Dopo anni che l’ha perso di vista Marco (Fabrizo Gifuni) raggiunge il padre (Gianni Cavina) a Rimini e gli rinfaccia di aver abbandonato la madre (Delia Boccardo), di aver allacciato una relazione con un’altra donna e di aver venduto un appartamento senza pensare né a lui, né alla sorella Ilena (Emanuela Macchiniz). Il padre si difende dalle accuse e gli confida che è disperato perché sommerso dai debiti. Marco non lo ascolta neppure e, dopo averlo inseguito per casa, lo uccide con diverse coltellate. Dopo essere andato un po’ in giro  per la città, invece, di tagliare la corda, affitta una camera in un piccolo alberghetto. La polizia scopre il cadavere ed arrivano in città la sorella e la madre di Marco. Rinaldi (Valerio Mastandrea) un poliziotto che segue le indagini è convinto che Marco sia il colpevole. Con discrezione, inizia a ronzargli intorno e vestendo i panni di chi è lì solo per ascoltarlo, lo spinge a confessare.

All’esordio Andrea Porporati prosciuga la storia riducendo al minimo i personaggi e filmando, in apertura, con crudezza, il feroce delitto. Abbandonati gli stilemi del giallo, il regista tiene sospeso lo spettatore e sembra sempre sul punto di svelare i motivi che hanno armato la mano del tormentato protagonista. Marco non è il classico criminale che ha programmato il delitto, non si è fornito di un alibi e non cerca, in tutti i modi, di depistare la polizia. Ma cosa lo ha spinto ad uccidere il padre? Perché si è macchiato di un delitto così atroce?  Nel corso di un breve interrogatorio si difende e nega ogni coinvolgimento ma gli occhi spiritati, il respiro affannoso e lo sguardo da animale ferito valgono più di mille confessioni. “L’hai ammazzato per niente” gli dice Rinaldi, sfidandolo, ma si intuisce che qualcosa, in passato, ha sconvolto la vita di Marco e che, negli anni, ha coltivato sotto la cenere la personale vendetta; dodicenne, era stato scoperto in casa dal padre mentre faceva qualcosa di proibito. Il film è tutto in questa dolente confessione, nel suo sguardo puntato a terra, nel suo disperato bisogno di normalità che lo spinge a dannarsi l’anima per sempre.

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