La notte ha mille occhi di John Farrow – USA – 1948

12 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
La notte ha mille occhi di John Farrow – USA – 1948
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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John Triton (Edward G. Robinson), con la complicità di Jenny (Virginia Bruce) e Whitney Courtland (Jerome Cowan), sbarca il lunario fingendo di avere poteri telepatici. Tutto fila liscio fino a quando John non inizia ad avere delle vere premonizioni: salva una bambina che aveva assunto farmaci a scopo suicidario, indovina un cavallo vincente, visualizza la morte di uno strillone. Nel corso di una delle sue performance in pubblico, John ha la visione dell’imminente morte di Jenny. Sconvolto, abbandona la sera stessa i compagni d’avventura, facendo perdere le proprie tracce. Vent’anni dopo John ha un’altra premonizione: il suo vecchio amico Whitney, divenuto miliardario, precipiterà con il suo aereo nel corso di una traversata. Si presenta a casa di Jean (Gail Russell), chiedendole di contattare il padre per scongiurarlo di non mettersi in volo. La ragazza è confusa ed Elliot Carson (John Lund), il suo fidanzato, getta acqua sul fuoco, lasciandole intendere che John sia solo un pazzo visionario. Ma l’aereo precipita e John, sempre più addolorato, comunica a Jean l’ora, il giorno e il luogo della sua morte imminente. Elliot crede che John, mosso da oscuri disegni, voglia fare impazzire la ragazza e interpella la polizia. L’ispettore decide di sorvegliare a vista sia John che la ragazza e un tragico finale chiuderà la vicenda.

Il film è attraversato da un’atmosfera sognante e, come ogni noir che si rispetti, Farrow fa un uso sapiente e calibrato dei flashback e delle ambientazioni notturne. John è una figura tragica, condannata ad avere un dono che non avrebbe mai voluto possedere. Il regista dissemina lungo il percorso una serie di prove (la spilla di zaffiro rubata dalla cameriera di Jean, lo strillone che viene investito da un’auto, il vaso che cade in frantumi, il leone che scappa dallo zoo) che confermano le straordinarie doti premonitrici di John e, quando sta per scoccare l’ora della presunta morte di Jean, lo spettatore non può che rimanere in apnea, trattenendo il respiro fino al tragico epilogo. Non manca il classico psichiatra positivista, il dottor Walters (Onslow Stevenson), scettico nei riguardi dei poteri paranormali del protagonista, che di fronte all’evidenza dei fatti, batterà in ritirata. Da un romanzo di quel genio che risponde al nome di Cornell Woolrich.

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