La sedia a rotelle (Un muerte est un muerte) di Etienne Perien – Francia – 1972

8 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
La sedia a rotelle  (Un muerte est un muerte) di Etienne Perien – Francia  – 1972
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Un incidente d’auto inchioda la bella e giovane Marie (Stephan Audran) su una sedia a rotelle. Il marito Paul (Jean Claude Brialy) ha però da anni una relazione con Francoise (Catherine Spaak) e quando le comunica che va fuori per il weekend, Marie decide di seguirlo per scoprire se s’incontra con l’amante.  Ma la sua vettura ha un guasto e, per una tragica fatalità, lei muore travolta dalla propria auto. Dopo i funerali, alla lettura del testamento é presente Anne (Stephan Audran),  identica come una goccia d’acqua alla sorella e il notaio comunica a lei e a Paul che, per volontà della defunta, per poter godere delle ricchezze ereditate, i due devono vivere sotto lo stesso tetto.

Paul è poi avvicinato da Jean Carouse (Robert Hossein), uno strano tipo che, dopo avergli comunicato di aver ammazzato Marie, lo ricatta, minacciandolo di andare alla polizia e incolparlo dell’omicidio. Paul prende tempo ma Carouse, intesse, giorno dopo giorno, la sua tela, accumulando una serie di indizi che lo inchiodano sempre più. Paul decide di ammazzarlo e gli da appuntamento nel parco, ma è stordito con colpo alla nuca ricevuto da uno sconosciuto e, quando riprende i sensi, trova Carouse impiccato ad un albero. Riuscirà il commissario Plouvier (Michel Serrault) a sbrogliare l’intricata matassa?

In questo giallo d’alta classe Perien tiene alta la temperatura mostrandoci il sottile gioco tra Carouse e Paul, un uomo che, pur non essendo né l’assassino, né il responsabile dell’incidente accorso alla moglie, si sente così in colpa per aver desiderato, segretamente, la sua morte, al punto da cedere ai ricatti del persecutore. L’intreccio è perfetto, il ritmo ottimamente calibrato e gli attori sono in gran forma. Il regista francese però mischia troppo le carte e la trama diventa a tratti troppo cerebrale ed ingarbugliata, Da segnalare un cammeo del grande regista francese Claude Chabrol, nei panni di un addetto al personale ferroviario, cieco come una talpa.

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