La voglia matta di Luciano Salce- Italia – 1962

23 Ottobre 2023 | Di Ignazio Senatore

L‘ingegner Antonio Berlingheri (Ugo Tognazzi), trentanovenne industriale milanese, separato, con il suo spider decappottabile sta andando a visitare il figlio Maurizio in un collegio a Pisa. Lungo la strada si imbatte in Enrico (Fabrizio Capucci), Piero (Gianni Garko), Jimmy (Jimmy Fontana) e Maria Grazia (Diletta D’Andrea), degli adolescenti diretti al mare che lo prendono in giro e poi gli chiedono soccorso perché la loro auto è ferma senza benzina.

Attratto da Francesca (Catherine Spaak), una sedicenne dal visino candido che, un po’ per gioco, gli fa gli occhietti dolci, Antonio presta loro soccorso e li segue nella villa in riva al mare.

Nonostante sia oggetto di scherno dei ragazzi, prepara per loro un pranzetto con i fiocchi, si accoda ai loro scherzi infantili e, soprattutto, non stacca gli occhi da Francesca di cui si è invaghito al punto che, si taglia i baffi, credendo di piacerle di più e, infine, le chiede addirittura di sposarlo. La notte, sulla spiaggia, lei gli concede (forse) dei momenti d’intimità ma, al risveglio, Antonio scopre che è andata via con gli amici.

Dopo “Il federale”, Salce dirige una pellicola agrodolce, ispirata al racconto “Una ragazza di nome Francesca” di Enrico La Stella che racconta, seppur con leggerezza, un passaggio epocale; il distacco tra i giovani beatnik, pre-sessantottini, e la generazione dei quarantenni che, seppure divisi da loro solo da una ventina d’anni, sembrano distanti anni luce.

 

 

Più di narrare di un trentanovenne (Tognazzi al tempo era un quarantenne), laureato e dongiovanni navigato, che perde la testa per una ragazzina, Antonio è descritto come un uomo che non si sforza di comprendere il modo di stare insieme, di divertirsi, di dialogare e di amoreggiare dei giovani in vacanza con lui.

Il suo sguardo è quello di un uomo spento, invecchiato, incapace di godere con loro dei momenti di pura evasione. Per tutto il film li giudica, li disapprova, prende le distanze e, neanche Francesca riesce a risvegliare in lui una liberatoria voglia di vivere.

Quella “voglia” alla quale fa riferimento il titolo del film sembra, infatti, più legata alle sue pulsioni erotiche che a un suo sincero desiderio di ritornare adolescente e sentire nuovamente battere il proprio cuore.

L’hanno compreso bene i ragazzi della comitiva che, sin dalle prime battute, lo ridicolizzano, gli spillano i soldi, lo sfruttano e, come merita, lo deridono. ùAl di là della magnifica interpretazione di Tognazzi, il film ebbe un grande successo anche per la fresca e spontanea recitazione della Spaak. Lo stesso Salce fa un’apparizione nel ruolo di Bisigato, un industrialotto del Nord.

Non mancano le citazioni cinefiliche; “Accattone”, “Da qui all’eternità”, “Gioventù bruciata”. Gino Paoli canta “Sassi”, Mina “Due note”, Armando Romeo “Un filo”, I Flipper “Viva il jump up”, Tony Del Monaco “ La tua stagione”, Jimmy Fontana “Cha cha cha dell’impiccato”, e Jorge Veiga “Brigitte Bardot”.

Il film uscì con dei tagli per opera della censura. Curiosità: Salce adotta per il suo personaggio lo stesso cognome che Tognazzi aveva  ne “La marcia su Roma”.

Per un approfondimento sulla filmografia, la vita, le attività teatrali e televisive di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, interpretati al fianco dell’attore cremonese  dei film e dei registi che lo hanno diretto.

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