L’ultima volta che vidi Parigi di Richard Brooks – USA – 1954 – Durata 116’

18 Marzo 2024 | Di Ignazio Senatore
L’ultima volta che vidi Parigi di Richard Brooks – USA – 1954 – Durata 116’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Anno 1945. Parigi è in festa per la proclamazione della fine della Seconda Guerra Mondiale. Il tenente americano Charles Willis (Van Johnson), cronista di guerra, incontra la compatriota Helen (Liz Taylor) e, nell’euforia, i due si baciano.

Si incontrano nuovamente, si frequentano, si sposano e dalla loro unione nasce la piccola Vichy.

Helen, inquieta e con una gran voglia di divertirsi, esce ogni sera e continua a frequentare i bar parigini; Charles, invece, lavora per un giornale, ma è sempre più depresso e frustrato, perché non riesce a pubblicare un romanzo.

L’alcol inizia a fargli sempre più compagnia e, giorno dopo giorno, il suo legame con Helen si sfilaccia sempre più. Lei inizia a frequentare Paul (Roger Moore), un modesto tennista e lui, una ricca ereditiera.

Le case editrici continuano a rifiutare i romanzi di Charles ed Hellen, respinta da Paul che si rifiuta di sposarla, torna a casa nel cuore della notte. Charles, ubriaco, la caccia di casa, lei si ammala e muore. Distrutto, Charles parte per l’America, lasciando che la piccola Vicky sia accudita da Marion (Donna Reed), sorella di Helen…

 

Tratto da un romanzo di Elliot Paul e dal racconto Babylon Revisited di Francis Scott Fitzgerald. il film rispecchia i toni del cinema classico americano.

Brooks sposta l’azione dalla prima alla seconda guerra mondiale e mescola alla perfezione il dramma del protagonista con le atmosfere festanti di una Parigi che vuole dimenticare l’orrore della guerra e, alla scatenata e solare Helen, contrappone il mesto e melanconico Charles, uno scrittore che, pur avendo talento, non riesce a trovare una casa editrice che voglia pubblicare i suoi romanzi.

Al simpatico James, papà di Helen, Brooks affida il compito di lanciare strali contro un’editoria ottusa che ama pubblicare solo opere commerciali e di pessima qualità.

Il film si dipana da un flashback e, nell’happy end Charles, dopo essere ritornato in America, ritrova se stesso e diventa uno scrittore famoso.

Il titolo del film prende spunto dalla canzone originale The last time I saw Paris di Jerome Kern e Oscar Hammerstein, cantata da Odette Myrtil.

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