Monster di Patty Jenkins – USA – 2003 – Durata 111’ – V.M 14

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Aileen Wuornos (Charlize Theron) una prostituta sbandata, disillusa ed indurita dalla vita incrocia in un bar Selby (Christina Ricci) una ragazza dallo sguardo tenero ed indifeso. Le due donne legano immediatamente ma la madre ed il padre di Selby osteggiano, in tutti i modi, la loro amicizia. Aileen s’imbatte un cliente che la picchia, la lega e prova a violentarla ma lei si difende e nel corso della furibonda lite, l’ammazza. Sconvolta, prova a cambiare vita ma non riesce a trovare nessun impiego decente. Selby, sempre più in rotta con la propria famiglia, va a vivere con Aileen e diventa la sua amante. Per poter tirare avanti Aileen è costretta a battere nuovamente i marciapiedi ma s’imbatte in un cliente, con l’animo nero come la pece che, nel corso della prestazione sessuale, per eccitarsi, le chiede di chiamarlo papà. Lei intuisce che l’uomo ha una personalità perversa e pedolfilica e, disgustata, gli scarica addosso un paio di colpi di pistola. Prima di essere arrestata, Aileen lascia dietro di sé una lunga scia di sangue ed al processo Sally, per salvare se stessa, testimonia contro di lei. Opera prima della regista americana che ci risparmia svolazzi e virtuosismi di macchina e che mette in scena la storia vera di Aileen Wuornos, serial killer femminile accusata dell’uccisione di sette uomini e condannata a morte in Florida nel 2002, nel braccio della morte, dopo dodici anni di detenzione. Il film è onesto ma la Jenkins non riesce a dar consistenza ai personaggi e l’amore che lega le due protagoniste sembra privo di sfumature emotive. Selby e gli altri personaggi hanno una funzione meramente decorativa ed Aileen ha il classico doloroso passato alle spalle; abusata ad otto anni da Victor, un amico del padre, aveva iniziato a fare al prostituta a tredici ed una volta rimasta incinta aveva dato in adozione il proprio bambino. Indecisa se imprimere forza o tenerezza alla sua eroina, nella prima parte del film, le fa vestire i panni dell’angelo vendicatore ma poi finisce per armare con troppa facilità la sua mano senza regalarle nessun rimorso ed alcuna emozione.  Per la sua interpretazione Charlize Theron (imbruttita ed appesantita di vari chili) ha vinto  nel 1994 l’Oscar, il Golden Globe  (2004) e l’Orso d’Argento  al Festival di Berlino.

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