Moulin rouge di John Huston – G.B – 1952 – Durata 120’

5 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore
Moulin rouge di John Huston  – G.B – 1952 – Durata 120’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Henry de Toulouse-Lautrec (José Ferrer), figlio del conte di Tolouse, cade da bambino da una scalinata di casa e, da quel momento in poi, la sua crescita ossea risulta irrimediabilmente compromessa.

Respinto, quando era adolescente, da Denise, che gli rinfaccia di essere un nano, Lautrec si trasferisce a Parigi ed inizia a frequentare con assiduità il Moulin Rouge, tempio di artisti, tombeur des femmes e vecchi danarosi attratti dalle conturbanti ballerine, tra cui spicca l’esplosiva Jane (Zsa Zsa Gabor), reginetta del Can – can.

Una notte, mentre rientra a casa, Lautrec s’imbatte in Marie Charlet (Colette Marchand), una prostituta che sta per essere arrestata e che  supplica di salvarla. Lautrec finge di conoscerla, rabbonisce l’agente e la conduce a casa sua.

Ben presto se ne innamora, la ricolma di regali, ma lei è la donna del suo protettore, e quando Lautrec cerca di convincerla ad andare a vivere con lui, lei lo respinge e lo deride in maniera volgare. Lautrec si lecca le ferite e tenta il suicidio, ma a tenerlo in vita è la passione per la pittura e, divenuto famoso, conosce Miriam (Suzanne Flon), una dolce indossatrice che diventa la sua inseparabile compagna.

Quando poi lei gli comunica che sta per sposare un vecchio pretendente, Lautrec sprofonda nuovamente nell’alcol e…

Huston (Giungla d’asfalto, Gli spostati, Freud passioni segrete, Fat city, Chinatown, Sotto il vulcano…) s’ispira all’omonimo best seller di Pierre de La Mure e più che raccontare i tormenti dell’artista, compone un affresco di Parigi ai tempi de La Bella Epoque.

Nella prima parte del film, infatti, il regista irlandese strizza l’occhio al musical ed affastella la vicenda con un paio di canzoni interpretate da Zsa Zsa Gabor e con diverse sequenze che mostrano le ballerine mentre danzano al ritmo scatenato del can-can.

Nella seconda parte l’atmosfera s’incupisce maggiormente e Huston, pur non scivolando nel melodramma, mette in risalto la sofferenza del protagonista, che a causa della sua infermità, non può assaporare a pieni polmoni l’amore, e che, per annegare dolori e dispiaceri, fa il pieno di cognac e assenzio.

Per rendere più affascinante la narrazione, Huston fa uso di carrellate, filtri e panoramiche, ma i quadri dell’artista sfilano solo frettolosamente sullo schermo, a mo’ di siparietti, inseriti qua e là nella vicenda e Lautrec è per lo più mostrato mentre, divertito, disegna le ballerine che danzano e volteggiano felici e festanti al Moulin Rouge.

Curiosità: Josè Ferrer per adattarsi alla bassa statura del personaggio di Lautrec recitò in ginocchio.

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