Nerone di Mario Castellacci e Pier Francesco Pingitore – 1976 – Durata 105′

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

0

L’imperatore Nerone (Pippo Franco) è accusato dai cristiani di aver incendiato Roma. I senatori lo osteggiano e la madre Agrippina gli rema contro e prova ad avvelenarlo. Grazie ad una congiura ordita da Seneca (Oreste Lionello), che vuole affidare il potere al vecchio generale Galba (Paolo Stoppa), Nerone è rinchiuso in manicomio ma, grazie all’aiuto di Licia (Paola Tedesco) e di Petronio Arbitrio (Enrico Montesano), è liberato e riprende il potere. Il film è una rilettura in chiave comica dei peplum, genere di moda negli Anni Sessanta e merita una citazione per le scene ambientate in un manicomio denominato “Villa Bianca”. Il luogo di cura è un tipico foro romano e l’imperatore discorre, serenamente, con gli altri ricoverati e canta: “Se vuoi fregar qualcuno è bello fatto, basta che dici in giro; quello è matto.” E quando un paziente gli chiede il suo nome e risponde di essere Nerone, di rimando si sente rispondere: ”Si, io sono Napoleone.” Un attimo dopo sopraggiunge lo psichiatra a cui Nerone pone un quesito:“Vedi, professore, l’uomo comune, come quel poveraccio là, quando si scortica di cervello, che fa? Si crede di essere un grand’omo Napoleone, Baffone, Nerone. Ma io già so Nerone…E’ come se tu fossi matto perchè ti credi di essere un dottore. Da cui si deduce o che l’omo grande non è mai pazzo o che tutti i grandi sono tutti pazzi. O sennò che i pazzi sono tutti grandi.”  Da segnalare il martelloshock-terapia, tecnica che consiste nel colpire il nervo frenico del paziente che provoca in lui una scarica elettrica benefica.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni