Notte senza fine di Raoul Walsh – 1947

13 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Notte senza fine di Raoul Walsh – 1947
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Nuovo Messico. Jeb Rand (Robert Mitchum) è ossessionato da un sogno ricorrente: un paio di speroni che luccicano, un uomo che imbraccia un fucile e che, colpito da una raffica di proiettili, cade a terra stecchito. Jeb sin da piccolo vive nella casa di Medora Callum (Judith Anderson) insieme ai suoi due figli Adam (John Rodney) e Thorley (Teresa Wright) una dolce ragazza che ricambia il suo amore. Ma al ritorno dalla guerra scattano i primi dissapori con Adam. Comprende allora che il ranch è diventato troppo piccolo per loro due e quando la sorte premia il fratello, va via. Adam gli tende però un agguato e Jeb è costretto a ucciderlo per legittima difesa. Perso così l’affetto di Medora e di Thorley, s’impiega nel saloon della città. Passa del tempo, Jeb rivede Thorley a una festa e la invita a ballare. Francis, il suo fidanzato, sobillato da alcuni presenti lo sfida a duello, ma Jeb lo fredda con un paio di colpi. L’odio di Thorley nei suoi confronti cresce al punto che, per vendicarsi, finge di amarlo per poi ucciderlo il giorno delle nozze. E proprio quando sta per scattare il suo diabolico piano, inquietanti retroscena sveleranno gli indissolubili legami tra i Rand e i Callum. Il film che Bertrand Tavernier definì un “western freudiano e onirico” è un lungo flashback che si dipana a ritroso, sin dalla prima sequenza in cui Jeb e Thorley si rifugiano tra i ruderi di una fattoria. Il regista mescola i topoi del western con gli stilemi del noir e attinge alle più classiche tragedie greche, dove il destino e la vendetta regnano sovrani. Il film è cosparso dal seme dell’odio e del rancore e gli animi dei protagonisti sembrano, nel corso della vicenda, potersi infiammarsi da un momento all’altro. Walsh è un maestro nel disseminare qua e là gli indizi, nel tenere alta la tensione fino a farla esplodere nell’epilogo finale: Jeb scopre che il sogno ricorrente era legato a un evento rimosso del passato: Grant Callum (Dean Jagger) aveva ucciso il padre di Jeb che, divenuto l’amante di Medora, aveva ammazzato il marito.

Grazie a questo film, Walsh riscrive il genere e compone una pellicola malsana, non solo sul fronte della relazione di Medora con il padre di Jeb, ma soprattutto per il legame incestuoso tra Thorley e Jeb che attraversa tutto la vicenda. E sarà proprio la scandalosa relazione a scatenare la gelosia di Adam che verrà poi freddato dallo stesso Jeb. Il bellissimo titolo in italiano non rende, come nell’originale, quel senso di dolente oppressione che attanaglia il protagonista, condannato a non poter accedere a un passato a lui sconosciuto. L’uso della voce fuori campo, i frammenti onirici e i frequenti déja-vu amplificano l’effetto di spaesamento della pellicola.

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