Occhi di cristallo di Eros Puglielli – Italia – 2004 – Durata 114’

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Occhi di cristallo  di Eros Puglielli – Italia – 2004 – Durata 114’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Un maniaco molesta da tempo, con delle registrazioni oscene, Giuditta (Lucia Jiménez) una studentessa in psicologia che, stanca ed esasperata, si rivolge all’ispettore Giacomo Arnaldi (Luigi Lo Cascio). Un serial killer sta mietendo vittime in città e, dopo averle ammazzate, le fa a pezzi e le imbalsama come fossero bambole dell’Ottocento. Coadiuvato dall’agente Frese (José Angel Egido) Arnaldi prova a seguire, con scarso successo, qualche pista, ascolta il parere del professor Avildsen (Carmelo Gomez) ed allaccia una travolgente relazione con Giuditta. Intanto Augusto Ajaccio (Simòn Andreu) un loro amico poliziotto, affetto da un tumore al cervello è ricoverato in ospedale ed è vittima di allucinazioni che lo riportano a degli eventi  del passato e ad un oscuro orfanotrofio. Un finale spasmodico chiude la vicenda.

Incursione nel giallo di un giovane regista che non disdegna di attingere a tutti gli stilemi del genere e mette in scena un insospettabile assassino traumatizzato nell’infanzia ed un ispettore roso dai sensi di colpa per non aver impedito lo stupro e l’omicidio della sua ex ragazza. La morte fa capolino nel film fin dall’inizio del film con la tragica figura dell’agente Fresa al quale il dottor Civita diagnostica un tumore al cervello: “Soffre di allucinazioni visive ed olfattive e sarà soggetto ad altri disturbi mentali; fantasia, amnesia, memoria involontaria e, nella fase terminale della sua malattia, una mutazione della personalità totale.” E saranno proprio le allucinazioni visive dell’agente che, da un punto di vista visivo, regalano allo spettatore le pagine più evocative del film. Il regista le monta in rapida sequenza e le descrive con immagini oscure e cariche di simbolismi. Arnaldi è laureato in psicologia ma svela l’assassino più per caso che per le sue capacità di scavare nell’animo umano. Dal libro L’impagliatore di Luca di Fulvio. Candidato al David di Donatello (2005) per i miglior effetti speciali.

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