Perversioni femminili di Susan Streitfeld – USA – 1997

20 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Perversioni femminili di Susan Streitfeld – USA – 1997
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Eve (Tilda Swinton) è un’avvocatessa in carriera che il governatore vuole premiare affidandole il ruolo di giudice.

Ma dietro la rispettabile facciata di professionista integerrima Eve cela una personalità scissa, divisa tra l’amore di John (Clancy Brown) e quello di Renee (Karen Sillas), una psichiatra che ha lo studio professionale sullo stesso pianerottolo.

Eve è divorata da una serie di incubi e allucina il fantasma di un uomo, che, in maniera violenta, l’assale e le rinfaccia la sua doppiezza, la sua falsità.

L’incontro con sua sorella Madelyn (Amy Madigan), una cleptomane incallita, le premetterà di rileggere alcuni avvenimenti del proprio passato. Nella scena finale la protagonista abbraccia Ed (Dale Shuger), un’adolescente problematica, che ama procurarsi vistosi tagli sul corpo con una lametta.

Raffinato ed elegante, il film si avvale di una splendida fotografia e della magnetica presenza di Tilda Swinton, un’attrice che ha sempre incarnato sullo schermo ruoli tormentati e inquieti. In questa pellicola (forse) un po’ troppo laccata.

Eve è descritta come una donna che cerca, a tutti i costi, di razionalizzare la propria sofferenza, negandola.

Ma il suo tentativo di voler separare la vita privata (dissipata) dalla carriera professionale (inflessibile) fallisce miseramente. Vittima di incubi e di allucinazioni davvero orrifiche crollerà inevitabilmente sul finale. 

La regista non riesce a dare compattezza alla pellicola e alterna guizzi visivi di grande cinema a sequenze di una noia mortale.

Ma tutto il film è racchiuso in una splendida scena: Eve è a colloquio con il governatore e, emozionata, cerca di far buona impressione su di lui.

Nonostante mantenga un ottimo autocontrollo, annaspa quando le vengono chieste notizie sulla sua famiglia d’origine e sul perché non si sia mai sposata. è allora che la regista zooma su un filo di cotone della gonna di Eve che penzola nel vuoto; ed è proprio in quell’innocente e impercettibile sfilacciamento del tessuto la drammatica conferma della fragilità della protagonista.

La pellicola è tratta dal volume Perversioni sessuali – Le tentazioni di Emma Bowary di Louise Kaplan (testo compatto che non allega i casi clinici comparsi nel film) e la regista, per dare un tocco scientifico alla vicenda, spinge Madelyn a fornire a Eve interpretazioni sui motivi che la spingono a rubare:

“Sessualmente le cleptomani sono frigide, nel momento in cui il furto riesce hanno un orgasmo. I furti sono tentativi di ottenere la dotazione del padre. è l’invidia del pene”.

Di grande impatto visivo gli incubi che attanagliano la protagonista; nello specchiarsi vede il proprio volto trasformato in quello di una donna decrepita e quando fa l’amore con John con Renee allucina una donna misteriosa con il volto coperto da una maschera che le lega le mani con un doppia corda e la pone su un nudo tavolaccio.

 

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