Sepolto vivo di Roger Corman – 1962

28 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore
Sepolto vivo di Roger Corman – 1962
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Guy Carrell (Ray Milland) è ossessionato dall’idea che suo padre, affetto da catalessia, sia stato sepolto vivo. Da allora vive nella costante preoccupazione di poter rimanere vittima di questo stesso tragico errore. Nella speranza di poter fugare queste malsane preoccupazioni, sposa Emily (Hazel Court). Ma il matrimonio non sortisce gli effetti desiderati e sempre più disperato Guy si fa costruire una cripta dotata di sofisticati congegni da utilizzare in caso di prematura sepoltura. Dopo aver vissuto per molti mesi in quella specie di prigione, Guy è spinto dall’amico Miles (Richard Ney) a verificare i dubbi relativi alla morte del padre. Guy vede confermate le proprie ipotesi e ha un arresto cardiaco. Creduto morto, viene seppellito e quando riemergerà dalla catalessi, si vendicherà prima del medico che aveva certificato la sua morte e successivamente di Emily che aveva ordito un diabolico piano per farlo impazzire.

Il film è un incubo a occhi aperti e descrive magistralmente la follia del protagonista ossessionato dalla paura di essere sepolto vivo. Come nei precedenti film del ciclo dedicato a Poe, Corman si avvale dei filtri di diversi colori (rosso, verde, giallo e viola) che amplificano il senso di angoscia e di terrore claustrofobico che attanaglia il protagonista. La scena più spettacolare del film è proprio l’incubo che assale Guy: dopo essere stato sepolto prematuramente; cerca invano di uscire dalla cripta che si è fatto costruire, ma scopre che i dispositivi da lui progettati non funzionano perché logori e inutilizzabili. La figura di Guy appare ancora più tragica e dolente quando, sul finale del film, scopre che le sue ossessioni erano state costantemente nutrite dalla perfida e crudele Emily. Su tutte la scena di un povero gattino che miagola perché rinchiuso dalla donna in un cassetto, che getterà automaticamente Guy in uno stato di profonda prostrazione. Indimenticabile e agghiacciante quel grido: “Sono vivo!, Sono vivo!” che Guy emette, tra sé e sé, mentre assiste alla propria funzione funebre. Quarto film del fortunato ciclo che il regista americano ha dedicato a Edgar Allan Poe con due defezioni importanti: lo sceneggiatore Richard Matheson e il mitico Vincent Price sostituito da Ray Milland.

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