Stati di allucinazione di Ken Russel – 1980

9 Agosto 2015 | Di Ignazio Senatore
Stati di allucinazione di Ken Russel – 1980
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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All’Università di New York alcuni volontari accettano di galleggiare per un paio di ore in una gigantesca vasca cilindrica, piena di acqua e sale e mantenuta a temperatura corporea. Alcuni di essi, in quel particolare stato di alterata coscienza, sono colti da allucinazioni. Eddie Jessup (William Hurt), l’ideatore dell’esperimento, si immerge anche lui in quella sorta di liquido amniotico e riferisce ad Arthur Rosenberg (Bob Balaban) il suo assistente: “Ho avuto delle allucinazioni incredibili, una varietà di stati onirici, molte allegorie religiose più che altro dell’Apocalisse”. Terminato l’esperimento David va a una festa dove incontra Emily (Blair Brown), una giovane antropologa che gli chiede notizie sulla ricerca che sta effettuando. Lui le risponde che sta lavorando sui metabolici tossici della schizofrenia, ma che è fermamente convinto che la pazzia più che una malattia sia solo un’altra modalità di coscienza. I due si frequentano e si sposano, ma Eddie è troppo immerso nei suoi esperimenti e la coppia è sul punto di separarsi. Emily parte per l’Africa e Eddie va in Messico per provare una droga con particolari effetti allucinogeni. Sconvolto dagli effetti di quella sostanza, quando ritorna a New York decide di assumerne due grammi al giorno e di immergersi poi in quella vasca-utero per monitorare ulteriormente le proprie reazioni emotive. La sua mente vacilla sempre più e la sua regressione è così totale che ritorna indietro nel tempo, a forme evolutive così primitive, da trasformarsi in un enorme scimmione.

Film dalla doppia anima, scolastica e ingessata da un lato e anarchica e dall’altro. L’evoluzione della trama non sembra credibile e Russell trasforma una pellicola dalle aspirazioni etno-psico-antropologiche in un grossolano film dell’orrore. Dobbiamo inchinarci però di fronte al suo genio visionario; le allucinazioni visive di cui è affetto il protagonista sono spettacolari e montate con un ritmo frenetico, serrato e asfissiante. Curiosità: negli anni Sessanta in America il dottor Leyle, un eccentrico psicoanalista, commercializzò un tipo di vasca simile a quella del film di Russell al prezzo di tremila dollari. Dal romanzo di Daddy Chayefsky.

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