The life of David Gale di Alan Parker – USA-. 2003 – Durata 130’

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

David Gale (Kevin Spacey) docente di filosofia all’Università del Texas èattivamente impegnato con Constance Harraway (Laura Linney) nel movimento “Death Watch” che si batte contro la pena di morte. Nel corso diuna festa organizzata dai suoi alunni David alza un po’ troppo il gomito e  cede alle avance di Berlin (Rhona Mitra) una giovane studentessa. Accusato di stupro in un colpo solo perde il posto, la moglie, il figlio e gli affetti. Nonostante la ragazza ritiri la denuncia, David non trova impiego nelle altre facoltà ed affonda nell’alcol. Constance, affetta da un male incurabile, muore in circostanze  misteriose con le braccia dietro la schiena e con la chiave delle manette ingerita nello stomaco. Gale è accusato del delitto e continua a proclamare ai quattro vento che è vittima di un colossale errore giudiziario. Recluso nel braccio della morte di Huntsville, tre giorni prima dell’esecuzione, decide di rilasciare un’intervista a Bitsey Bloom (Kate Winslet) una giovane ed intraprendente giornalista d’assalto che si batte come un leone per scagionarlo. Ma in quella faccenda qualcosa non quadra; e se non si trattasse di omicidio ma di un suicidio messo in atto dalla diabolica Costance? E se Gale e Costance, per dar respiro alle loro battaglie contro la pena di morte, avessero architettato di comune accordo il diabolico piano? Con l’aiuto di Zack (Gabriel Mann) un collega pubblicista dopo aver visionato una sconvolgente videocassetta risale alla verità e prova a bloccare l’esecuzione. La vicenda si chiude con uno strabiliante colpo di scena.Il film è una perfetta macchina narrativa ed è sospeso tra il thriller ed il film denuncia contro gli orrori della pena di morte,. Grazie ad un uso sapiente di flashback e all’espediente del tempo che scorre alla rovescia, la tensione non si abbassa mai di una tacca. Per tutta la durata del film lo spettatore si schiera dalla parte di Gale e rimane con il fiato sospeso nell’attesa dell’happy end finale ma Parker è regista di rango, non usa scorciatoie ed in luogo di un finale consolatorio, spiazza ancora di più lo spettatore. La verità è sempre più complessa di quello che appare ed è sempre costellata da imperscrutabili segreti; sembra questo il messaggio che affida allo spettatore e con l’ultima sequenza ci fa strabuzzare gli occhi, lasciandoci con il cuore in tumulto.

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