Tutta colpa di Freud di Paolo Genovese – Italia – 2014

Non credo siamo molte le pellicole incentrate sulle figure degli antennisti, vetrai o carrozzieri, né tantomeno quelle su notai, chimici od ingegneri. Di trame che ruotano intorno agli psicoanalisti ce ne sono, invece, a bizzeffe ed i seguaci di Freud, al pari dei preti, politici ed avvocati, sono mal visti sullo schermo e descritti (inevitabilmente?) come degli impresentabili cialtroni, assolutamente incapaci di comprendere la complessità dell’animo umano.

In questo film Paolo Genovese, intelligentemente, non cade nel tranello di riproporre la solita rappresentazione seriale “dell’analista in celluloide” e ci mostra Francesco (un Marco Giallini in gran spolvero) nei panni di uno psicoanalista romano cinquantenne, padre affettuoso di tre splendide figliole; la romantica libraia Marta (Vittoria Puccini) che s’innamora di un “ladro” di libri, l’incasinata Sara (Anna Foglietta) alla ricerca della propria identità sessuale e la tenera Emma (Laura Adriani), una diciottenne che s’innamora di un cinquantenne (Alessandro Gassman), infelicemente sposato. Francesco, pur cadendo, inevitabilmente, nei più classici degli scivoloni deontologici, si fa in quattro per guidarle e consigliarle negli intrighi amorosi.

Una commedia sentimentale che punta in alto e che prova, con garbo ed ironia, a suggerire delle affilate e velenose riflessioni sui rapporti tra uomo e donna ai giorni nostri. Il cast,, arricchito dalla presenza di Claudia Gerini, Vinicio Marchioni e Gianmarco Tognazzi, è ben assortito, il ritmo incalzante, i dialoghi, (mai banali e scontati) ben oleati, e, l’intreccio narrativo, solido e credibile. Non mancano i nei. Uno su tutti; ma Freud non aveva affermato che, per comprendere le mille sfaccettature dell’amore, bisognava affidarsi ai poeti e non agli psicoanalisti? 

Recensione pubblicata su Segno Cinema N. 189- Sett-Ott -2014