Marie Latour (Isabelle Huppert), madre di due bambini, vive in una Francia dilaniata dalla guerra 1939-45 ed occupata dai tedeschi.
Il marito Paul (Francois Cluzet) è prigioniero in Germania e lei cerca di sbarcare il lunario come può. Ginette, un’amica, non può portare avanti la gravidanza.
Dopo aver tentato di abortire con acqua e mostarda, si rivolge a Marie che, dopo aver sciolto del sapone nell’acqua bollente ed aspettato che l’intruglio si fosse raffreddato, la fa sdraiare sul pavimento da cucina e con una pompetta prova a procurarle l’aborto.
La pratica non ha gli effetti sperati ma, al secondo tentativo, Ginette si “libera” del suo fardello.
Marie sogna di fare la cantante e, sempre più attratta dal miraggio di una vita agiata e senza affanni per sé ed i suoi bambini, affitta una stanza a prostitute e procura aborti a donne che, vuoi perché hanno i mariti prigionieri o perché spediti in Germania, ricorrono sempre più spesso ai suoi servigi.
Paul rientra in città, ma non si prende cura di Marie che aiuta Jasmine, sposata con un matrimonio fallimentare alle spalle e madre di diversi pargoletti, ad abortire.
Ma Jasmine muore ed il marito, per la disperazione, si butta sotto un treno. Marie, diviene l’amante di un collaborazionista.
Paul scopre la tresca e la denunzia. Marie è arrestata ed il Tribunale dello Stato vuole punirla per offrire al Paese un esempio di moralità. In carcere, Marie, sempre più afflitta e sconsolata, ad una compagna di cella, confiderà:
“E’ proprio vero. Passano la guerra con il culo in poltrona e poi, un giorno, ne prendono una a caso e la sbattono in galera con la scusa che non ha dato il buono esempio. Loro hanno le bambinaie per i figli, è facile non fare stronzate quando si è ricchi. Sono quattro mesi che dura. Se vogliono punirmi, che si decidano E poi ci sono solo uomini là dentro. Che vuole che ne capiscano gli uomini.”
Nonostante il suo avvocato difensore si batta come un leone per salvarla, il tribunale la condanna a morte, mediante ghigliottina.
Con questa pellicola Chabrol traspone sullo schermo la storia vera di Marie- Louise Girard, dal romanzo di Francis Szpiner e ci descrive, in maniera fredda, impietosa e distaccata, Marie, come una donna ambigua e “senza scrupoli”, che, a suo modo, si mette al servizio di altre donne, e lo fa con un misto di cinismo, incoscienza, ribellione e bieco opportunismo.
Per un approfondimento sul tema si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Fermi tutti sono incinta Cinema e gravidanza” – Falsopiano Edizioni – 2016
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