Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi – Italia -2002

15 Luglio 2015 | Di Ignazio Senatore

Luisa Marazzi, una donna bellissima, solare e appartenente alla ricca borghesia milanese, soffre di una grave forma di depressione che la costringe nel 1970 a un ricovero nella Casa di cura “Betulla” e successivamente, nell’ospedale psichiatrico di Prengins di Ginevra, dove si suiciderà nel 1972. Il documentario, raffinato e struggente, è firmato da Alina, la figlia della protagonista che all’epoca del suicidio della madre aveva sette anni. La regista ci propone uno spaccato della memoria visiva della propria famiglia d’origine e attinge ai Super 8 e ai filmini amatoriali girati dal nonno materno dal 1926 al 1980. A impreziosire la tessitura narrativa, i brani tratti dai diari, dalle lettere e dalle annotazioni della madre, commentati da una calda ed emozionante voce fuori campo.

Il documentario è un omaggio alla memoria della madre della regista, un vero e proprio inno alla nostalgia dei tempi andati, all’infanzia perduta e mai più ritrovata. Marazzi depura talmente la narrazione che la sofferenza di Luisa è mostrata come un penoso disagio esistenziale e non come una vera e propria malattia mentale. Il materiale d’archivio, accompagnato da alcune canzoni d’epoca che fungono da colonna sonora, mostra scene di matrimoni, gite familiari, tuffi, generosi sorrisi, qualche passo di danza e centinaia di sguardi (in macchina e no). Man mano che lo spettro della follia della madre si materializza, la narrazione diventa sempre più dolente e fanno capolino i frontespizi delle cartelle cliniche, le ricette, gli esami ematochimici, qualche breve nota clinica e vaghi riferimenti a una terapia insulinica ed a una terapia di gruppo cui la paziente era stata sottoposta. Il documentario è illuminato da un bianco e nero sgranato, da inserti a colori e da una serie di pregevoli interventi visivi. A stemperare la nostalgia che attraversa l’opera, la sequenza di un simpatico prestigiatore che, con abili giochi di prestigio, fa comparire/scomparire una pallina. Trai produttori, il regista Giuseppe Piccioni

 

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