Videodrome di David Cronenberg -Canada – 1983

19 Agosto 2015 | Di Ignazio Senatore

Max Renn (James Woods) è il direttore di Canale 83, una piccola emittente televisiva specializzata nel genere pornografico. Harlan (Peter Dvrosky), un tecnico suo amico, gli mostra qualche immagine mandata in onda da una televisione pirata di Pittsburg. Il programma si chiama “Videodrome” e mostra alcuni “snuff movies”, crudi filmati che riprendono scene di stupro, di violenza e di mutilazioni. Max è invitato ad uno show televisivo ed è in studio in compagnia della conduttrice, di Nicky Brand (Deborah Harry), una diva della radio In collegamento in diretta interviene Brian O’Blivion (Jack Creley), un esperto di mass-media, che lancia gravi accuse sui guasti conseguenti all’esposizione massiccia e incontrollata alla televisione. Al termine della trasmissione Max invita Nicky a casa sua e le mostra le immagini pirata di Videodrome, scatenando in lei una forte eccitazione. Max, sempre più ossessionato da quel programma pirata cerca di contattare Brian O’Blivion, ma sua figlia Bianca (Sonja Smits) gli dice che suo padre è morto da anni. Max ritorna a Canale 83, ma nel suo ufficio trova un nastro videoregistrato di Brian O’Blivion che si rivolge a Max gli rivela che il segnale Videodrome provoca tumori cerebrali e allucinazioni nei telespettatori. In un crescendo sempre più onirico e terrificante Max, diventato un automa, obbedisce passivamente ai desideri di Barry Convex (Lee Carlson), l’inventore di Videodrome che vuole impossessarsi di Canale 83, e gli ordina di sterminare i soci dell’emittente. Il finale sarà salvifico e truculento.

Pellicola visionaria che resta una pietra miliare del cinema di fanta-horror e che propone un’analisi dissacrante, apocalittica e senza speranza dei danni che l’esposizione passiva e prolungata alla televisione provoca nelle menti degli spettatori. Cronenberg non ama le mezze misure e l’idea che la visione di un programma televisivo possa provocare allucinazioni e tumori cerebrali nello spettatore è una metafora assolutamente geniale e originale. Le trasformazioni corporee di Max (il suo addome che si squarcia e incapsula un nastro, la sua mano che si trasforma in una pistola carica e sanguinante) sono repellenti, ma, sono entrate di diritto a far parte della storia del cinema. Gli “snuff movies” di Videodrome, per quanto siano prodotti di fiction, evocano egualmente un grande senso di disagio e di turbamento. Da sballo le immagini del Cathode Ray Mission dove i mendicanti si affollano per poter nutrirsi della loro dose di televisione quotidiana.

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