Ignazio Senatore intervista Corsicato: Da New York all’Europa. I miei due anni con Schnabel

12 Dicembre 2017 | Di Ignazio Senatore
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Al Pacino, Lou Reed, Bono Vox, Laurie Anderson, Hector Babenco, William Defoe, Jean Claude Carriere, Emmanuelle Seigner; sono solo alcune delle star che compaiono nel docufilm “L’arte viva di Julian Schnabel”, diretto dal regista napoletano Pappi Corsicato, in sala oggi e domani.

Julian l’ho conosciuto nell’Ottanta a New York, dice il regista napoletano, quando era uno dei pittori più famosi, degli anni del post Andy Wahrol. Ero rimasto rapito dal suo Basquiat, film d’esordio del 95, incentrato sulla vita di Jean Michel Basquiat, writer e pittore dell’avanguardia newyorkese. Siamo diventati amici e quando gli ho proposto un documentario sulla sua vita, avevo in mente una mia scaletta, ma non avevo fatto i conti con la sua esuberanza. Julian, infatti, è impegnato in mille progetti; dipnge, arreda, pensa alla realizzazione del prossimo film o della sua nuova mostra. L’ho seguito per due anni, in giro per l’Europa, sono stato per lungo tempo in America con lui e finanche in Brasile. Gli attori e musicisti che compaiono nel doc le ho incontrate per caso, anche perché l’abitazione di Julian è un via vai di artisti, pittori, musicisti.

Un ritratto appassionato quello di Corsicato, da sempre affascinato da un’artista che ha fatto della creatività un personale stile di vita. Pittore famoso in tutto il mondo, per la particolarità con la quale dipinge all’aperto i suoi quadri giganteschi, Schnabel è anche un cineasta sensibile e raffinato, autore di pellicole come “Prima che sia Notte” (2000), Leone d’argento Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia e de “Lo Scafandro e la Farfalla” (2007), premiato come miglior regia al Festival di Cannes e con una nomination agli Oscar.

Anche, se di sfuggita, c’è anche un pizzico di Napoli nel doc di Corsicato che, in apertura mostra l’estroverso ed anticonvenzionale artista, nato a Brooklyn e cresciuto a Brownsville, nel Texas, mentre si tuffa nel mare che circonda l’isola Li Galli, di fronte Positano.

Un pittore che ha visitato Napoli più volte, invitato dapprima dal noto gallerista Lucio Amelio e successivamente da Eduardo Cicelyn che ha curato, nel 2005, una sua personale alla Mostra d’Oltremare. Un documentario quello di Corsicato diventato già un piccolo cult; presentato al Festival di Tribeca di New York, infatti, è stato venduto in tutto il mondo e sarà proiettato in diversi festival europei, in Australia ed in Giappone.

Articolo pubblicato il 12-12-2017 su Il Corriere del Mezzogiorno

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