Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma – Francia – 2019 – Durata 120’

Anno 1770. Come era costume al tempo, si inviava al futuro marito un dipinto che ritrae la promessa sposa.

Héloïse (Adèle Haenel) si rifiuta di posare, e allora la madre, la contessa (Valeria Golino), mai doma, contatta Marianne (Noémie Merlant), una giovane pittrice e, presentandola come dama di compagnia, le suggerisce di diventare amica della figlia, memorizzare il suo volto, così da poterlo riprodurre di nascosto sulla tela.

Héloïse è chiusa, introversa e su di lei pesa come un macigno il suicido della sorella. Héloïse e Marianne iniziano a frequentarsi e tra loro scatta un amore violento e passionale…

La regista ambienta questa vicenda, tutta declinata al femminile, in un luogo isolato della Bretagna e, limitando all’osso i dialoghi, con la macchina da presa segue il volto delle giovani protagoniste.

In questo melò Scianna mette al centro al passione travolgente tra due innamorate e descrive Héloïse come una donna che si rifiuta di assoggettarsi al volere materno e andare in sposa ad un uomo che neanche conosce.

La regista propone delle interessanti riflessioni sulla pittura, ma soprattutto impagina un film sulla reale capacità dei pittori di penetrare, con i loro dipinti, nei segreti recessi dell’animo umano.

Non è un caso che quando Héloïse scoprirà il ritratto che di nascosto ha dipinto Marianne, la sfiderà a mettere ancora più a nudo la sua vera essenza.

Velata da un casto, ma debordante erotismo, la pellicola indugia forse un po’ troppo nelle effusioni tra le due protagoniste, ma è impreziosito da costumi e da un’ambientazione perfetta.