Specializzandi in Medicina

14 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Specializzandi in Medicina
Senatore giornalista
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Sono passati quasi otto secoli da quando Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero fondò a Napoli la prima “universitas studiorum” statale e laica dell’Occidente in opposizione all’ateneo di Bologna, più antico ma fortemente influenzato dal Papato. Da allora al fianco di luminari e di professori geniali come Renato Caccioppoli, l’Università Federico II ha annoverato docenti che, nonostante fossero stati pesantemente coinvolti nello scandalo di Tangentopoli, hanno continuato ad insegnare indisturbati. Dopo il recente polverone per le commissioni esaminatrici fin troppo addomesticate, una nuova bufera si sta abbattendo sull’Ateneo. E’ di questi ultimi giorni, infatti, l’applicazione da parte del governo Prodi della Legge 266 del 2005 che, in allineamento agli standard europei,  garantisce a tutti gli specializzandi, lo status da titolare di borsa di studio a quello di lavoratore subordinato ed offre loro un aumento salariale, una copertura assicurativa, i contributi pensionistici ed il diritto alla malattia ed alla maternità. Questa nuova normativa, in vigore dal novembre 2007, è stata applicata solo ai circa centocinquanta specializzandi iscritti al primo anno e non ai rimanenti seicentocinquanta, iscritti ai corsi successivi di specializzazione ancora inquadrati con una legge del 1991. Per evitare di essere penalizzati e poter ottenere gli stessi diritti dei loro colleghi più giovani, da lunedì dieci dicembre, i seicento specializzandi della Facoltà di Medicina dell’Università Federico II hanno proclamato l’astensione da tutte le attività assistenziali. La loro protesta ha come oggetto l’inerzia del Rettore, Guido Trombetti e degli altri docenti del consiglio di facoltà che, immancabili, hanno iniziato il solito gioco a scaricabarile. Qualche giorno fa il rettore non ha neppure ricevuto la delegazione degli specializzandi, un atteggiamento poco costruttivo il suo che lascia l’amaro in bocca.

 

Articolo pubblicato su “Il Napoli – Epolis”- 12-12-2007

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