Rosa (Lina Siciliano) vive con lo zio Salvatore (Fabrizio Ferracane), la nonna e il cugino Natale, in un paesino della Calabria. Tenace e ribelle, decide di scoprire chi ha ammazzato brutalmente la madre, colpevole di non essersi piegata alla violenza maschile della ‘ndrangheta. Lei ama Gianni ma Ciccio, il boss della zona, ha messo gli occhi su di lei.
Francesco Costabile, all’esordio, dedica il film “a tutte le femmine ribelli” e “a tutte le vittime della ‘ndrangheta” e traspone sul grande schermo il libro “Fimmine Ribelli. Come le donne salveranno il paese dalla ‘ndrangheta’”di Lirio Abbate. Il regista cesella con cura il ritratto di Rosa, una giovane eroina che cerca di sottrarsi alla regola arcaica che impone a una donna, al cospetto di un uomo, di tacere e mantenere lo sguardo abbassato. Gli attori, inoltre, (che si esprimono in dialetto calabrese) sono eccellenti eppure il film non si distacca da un certo cinema che suggerisce ribellioni impossibili e sposa finali ottimistici e irrealistici. Co-prodotto da Edoardo De Angelis.
Recensione pubblicata su Segnocinema- N.237- Settembre-ottobre 2022
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